Stendhal by Cronache romane

Stendhal by Cronache romane

autore:Cronache romane
La lingua: ita
Format: epub
editore: !!br0ken!!
pubblicato: 2014-10-10T04:00:00+00:00


La Badessa di Castro

Palermo, 15 settembre 1838

I

Il melodramma che tanto spesso ha portato sulla scena i briganti italiani del Cinquecento, e tutti quelli che hanno parlato di loro senza conoscerli, e ne hanno data finora un'idea completamente sbagliata. In generale, si può dire che quei briganti rappresentarono l'opposizione ai governi atroci che, in Italia, succedettero alle repubbliche medievali. Il nuovo tiranno era stato di solito il cittadino più ricco della scomparsa repubblica, e abbelliva la città di chiese magnifiche e di splendidi quadri per conquistare il favore del popolino. È il caso dei Polentini di Ravenna, dei Manfredi di Faenza, dei Riario di Imola, dei Cane di Verona, dei Bentivoglio di Bologna, dei Visconti di Milano e, per finire, dei meno bellicosi e più ipocriti di tutti, i Medici di Firenze. Nessuno, tra gli storici di quei piccoli stati, ha osato raccontare gli innumerevoli avvelenamenti e delitti ordinati da quei tirannelli tormentati dalla paura: tali autorevoli storici erano al loro soldo. Tenete conto che ogni tiranno conosceva personalmente ogni repubblicano da cui si sapeva detestato (Cosimo, granduca di Toscana, ad esempio, conosceva lo Strozzi), che molti di quei tiranni finirono assassinati, e capirete gli odi profondi, l'eterna diffidenza che diedero tanto animo agli italiani del Cinquecento e tanto ingegno ai loro artisti. Noterete come queste grandi passioni abbiano impedito la nascita di quel pregiudizio piuttosto ridicolo chiamato onore, ai tempi di Madame de Sévigné, che consiste soprattutto nel sacrificare la propria vita per servire il signore di cui si è sudditi dalla nascita, e per piacere alle dame. Nel Cinquecento, in Francia, l'attività e il vero merito di un uomo potevano mettersi in luce, e attirare l'ammirazione, solo mediante azioni coraggiose sul campo di battaglia o in duello, e siccome alle donne piace il coraggio e soprattutto l'audacia, esse divennero giudici supremi del valore maschile. Nacque allora la galanteria, che portò all'annientamento di tutte le passioni e persino dell'amore, a vantaggio di quel crudele tiranno a cui tutti obbediamo: la vanità. I re protessero la vanità, e con ragione; così le onorificenze ebbero un potere incontestato.

In Italia, un uomo poteva distinguersi per meriti di ogni genere, per il modo con cui maneggiava la spada o per le scoperte fatte in antichi manoscritti, come Petrarca, idolo del suo tempo; e una donna del Cinquecento amava un uomo erudito in lettere greche quanto avrebbe potuto amare un uomo celebre per la bravura militare, e forse anche di più. Fu un'epoca di passioni e non di consuetudine alla galanteria.

Ecco la grande differenza tra Italia e Francia, ecco perché l'Italia ha visto nascere un Raffaello, un Giorgione, un Tiziano, un Correggio, mentre la Francia produceva tutti quei bravi capitani del XVI secolo, perfettamente sconosciuti oggi, pur avendo, ciascuno di loro, ucciso un gran numero di nemici. Perdonatemi queste crude verità. Comunque sia, le vendette atroci e necessarie dei tiranni italiani del Medioevo fecero conquistare ai briganti il cuore dei popoli. I briganti erano odiati quando rubavano cavalli, grano, denaro, in una parola, quanto occorreva



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